Le teorie del riflesso, note anche come teorie della riflessione, si concentrano sul rapporto tra la cultura e la realtà sociale, sostenendo che i prodotti culturali riflettono le condizioni materiali, sociali ed economiche della società che li produce. Queste teorie sono state sviluppate principalmente dai pensatori marxisti e post-marxisti, e sono fondamentali per comprendere come il significato culturale sia intrecciato con le strutture di potere e le dinamiche socio-economiche. Secondo Geertz, una cultura è un modello di significato durevole nel tempo. Senso ( significato): capacità di un oggetto di suggerire o indicare qualcos’altro. Ci sono due tipi si senso significato Semplice 🡪 segno: denota corrispondenza biunivoca ( ha solo un referente) es. semaforo rosso= ferma! Complesso 🡪 simbolo: molti referenti, ambiguità: i simboli suggeriscono, connotano, implicano ed evocano. La cultura è formata da significati complessi. Concetto di cultura come trama di significati guida l’azione umana e conferisce direzione. La cultura da senso alla nostra vita. Studiare la cultura in prospettiva sociologica significa ricercare i significati sociali incorporati negli oggetti. Nel diamante di Griswold il significato è ciò che connette mondi sociali e oggetti culturali: un oggetto assume specifici significati all’interno di uno specifico mondo sociale. Da dove provengono i significati? Dall’oggetto culturale o dal mondo sociale? 🡪 Teoria del riflesso o dello specchio Versione 1: sociologia marxiana e funzionalista🡪 la cultura riflette la vita sociale; la società determina la cultura. Versione 2: sociologia Weberiana🡪 la vita sociale riflette la cultura; la cultura determina la società I due hanno visioni totalmente opposte Definizione generale: la cultura è lo specchio della realtà sociale Perciò, il significato di un particolare oggetto sociale sta nelle strutture sociali che esso riflette 🡪 chi studia la cultura deve analizzare i suoi nessi con altri fenomeni sociali. APPROCCIO MARXISTA KARL MARX (1818 – 1883) è stato un filosofo, economista, storico, sociologo, teorico politico e rivoluzionario tedesco. È conosciuto soprattutto per essere il padre fondatore del comunismo scientifico e per aver sviluppato una critica radicale del capitalismo. In collaborazione con Friedrich Engels, un altro teorico rivoluzionario, Marx pubblicò il “Manifesto del Partito Comunista” nel 1848. Questo breve ma influente testo delinea la teoria del materialismo storico, secondo cui la storia umana è caratterizzata dalla lotta di classe tra oppressori (borghesia) e oppressi (proletariato). Marx ed Engels sostenevano che il capitalismo, caratterizzato dall’appropriazione privata dei mezzi di produzione, avrebbe inevitabilmente portato alla sua auto-distruzione e alla nascita di una società senza classi. Marx è spesso visto come uno dei pensatori più influenti della storia moderna, con un impatto significativo sulla comprensione delle dinamiche di potere, economia e società. Le sue opere continuano a essere studiate e dibattute per le loro implicazioni teoriche e pratiche. Tesi fondamentale di Marx: centralità del lavoro e della produzione. Il modo in cui gli esseri umani producono ciò di cui hanno bisogno per vivere (modo di produzione) rappresenta il fondamento di ogni società. Il sistema economico di una società, e le relazioni che crea tra individui e gruppi, definiscono il funzionamento di quella società. Marx ritiene che: Implicazioni per lo studio della cultura: idee, valori, religione, arte, leggi, simboli, cultura in generale ( sovrastrutture), sono prodotti della realtà materiale e dei rapporti di forza tra classi sociali ( struttura). Le idee dominanti di una società sono le idee della classe dominante La classe dominante giustifica la propria posizione di dominio spacciando per universali le sue idee Una classe è dominante quando ha il potere di imporre come legittimi propri principi di visione e divisione del mondo. L’approccio è un approccio determinista? Si: se preso alla lettera ( cultura determinata dai rapporti di forza) a mo di scuola di Francoforte: mezzi di comunicazione di massa come strumento di subordinamento alle masse, incapaci di accorgersi delle minacce alla loro libertà No: se inteso come influenza: le condizioni materiali ed economiche influenzano, ma non determinano in modo univoco,le pratiche culturali. Tesi marxista+ social network I social network e le piattaforme digitali veicolano alcune logiche specifiche (ingiunzione alla condivisione di informazioni, visibilità e self-branding, accettazione di forme di sorveglianza etc.). Queste idee sono funzionali agli interessi della classe dominante (i capitalisti delle piattaforme, gli oligopolisti del web quali Facebook, Amazon, Apple etc., che estraggono valore dal nostro uso dei media digitali. In ottica marxiana, la struttura (cioè la realtà materiale, il mondo sociale, l’esistenza di una classe dominante e di una classe dominata) produce la sovrastruttura, cioè idee e significati che ci sembrano ovvi e naturali (“i social network sono imprescindibili per la nostra vita quotidiana”). I social network e le piattaforme sono pertanto oggetti culturali che riflettono i rapporti di forza esistenti nel mondo sociale (direzione causale nel diamante di Griswold: da mondo sociale a oggetto culturale). APPROCCIO WEBERIANO Max Weber è stato un influente sociologo, economista e storico tedesco, noto per il suo contributo fondamentale allo sviluppo della sociologia moderna. Conosciuto per i suoi studi sulla sociologia della religione, dell’economia e della burocrazia. Uno dei suoi contributi più noti è il libro “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” (1905), in cui esplora come le credenze religiose, in particolare quelle del protestantesimo, abbiano influenzato lo sviluppo del capitalismo moderno. Weber sostiene che l’etica del lavoro e la frugalità promosse dal protestantesimo, specialmente dal calvinismo, hanno fornito le basi culturali per il capitalismo occidentale. Un altro importante contributo di Weber è la sua teoria della burocrazia. Nel suo lavoro “Economia e società” (1922), Weber analizza le caratteristiche della burocrazia moderna, descrivendola come una forma di organizzazione basata su regole razionali e impersonali. Identifica la burocrazia come uno degli elementi chiave delle società moderne, capace di garantire efficienza e prevedibilità attraverso la divisione del lavoro, la gerarchia e la gestione basata su regole. Weber ha anche introdotto il concetto di “razionalizzazione”, riferendosi al processo mediante il quale la società diventa sempre più orientata verso la logica e l’efficienza, spesso a scapito di valori tradizionali e umanistici. Questo concetto è strettamente legato alla sua visione disincantata del mondo moderno, dove le credenze e i valori magici e tradizionali sono sostituiti da una visione del mondo scientifica e razionale. Inoltre, ha contribuito significativamente alla metodologia sociologica, sottolineando l’importanza della comprensione soggettiva (Verstehen) dei fenomeni sociali. Questo approccio si concentra sulla comprensione dei significati e delle motivazioni che gli individui attribuiscono alle loro azioni, piuttosto che limitarsi all’osservazione esterna. Weber ha lasciato un’impronta duratura sulla sociologia e sulle scienze sociali in generale. Le sue idee continuano a influenzare le ricerche e le teorie sociologiche contemporanee, rendendolo una figura centrale nella storia della sociologia. Critiche all’approccio weberiano Tesi weberiana: cultura come sistema di significati (la cultura crea significati, idee e valori che orientano il comportamento degli attori sociali). Critica/1: scarsa considerazione dell’agency individuale (critica estendibile alla teoria marxiana) → il ruolo attivo degli attori sociali quali produttori di idee viene sottovalutato. Critica/2: determinismo → Weber attribuisce alla cultura eccessiva coerenza e influenza sulla società (anche se il c.d. “scontro di civiltà” post 9/11 ha ridato plausibilità all’approccio weberiano). Sewell: è un sociologo e storico sociale americano noto per i suoi contributi alla teoria della struttura sociale e alla storia culturale. Nato nel 1940, Sewell ha svolto gran parte della sua carriera accademica presso l’Università di Chicago, dove ha influenzato profondamente la sociologia storica e la teoria culturale. Il suo lavoro si distingue per l’integrazione di metodi storici e sociologici, offrendo una prospettiva interdisciplinare sui fenomeni sociali. Sewell è anche noto per i suoi studi sulla rivoluzione francese, dove ha applicato le sue teorie strutturali per comprendere i processi di cambiamento sociale e rivoluzionario. Il suo libro “Work and Revolution in France: The Language of Labor from the Old Regime to 1848” (1980) esplora come le idee sul lavoro e sulla classe sociale si sono evolute durante periodi di crisi politica e trasformazione economica. Un altro contributo rilevante è il suo lavoro sulla teoria culturale, in cui analizza come i significati culturali e i simboli influenzano le azioni sociali. Sewell ha sviluppato una visione della cultura come un insieme di pratiche significative che interagiscono con le strutture sociali per modellare il comportamento umano. Secondo lui più che seguire regole culturali in modo formale e rigido, le persone seguono (in modi anche contraddittori) schemi culturali (presupposti informali, modelli di azione plastici, generalizzabili e trasferibili). Swidler: è una sociologa di grande rilievo, nota per i suoi studi sul rapporto tra cultura e istituzioni. Uno dei suoi contributi più significativi è il saggio “Culture in Action: Symbols and Strategies” pubblicato nel 1986. In questo lavoro, Swidler introduce l’idea che la cultura non influenzi l’azione fornendo semplicemente valori finali, ma attraverso un “repertorio” di abitudini, competenze e stili che le persone utilizzano per costruire “strategie d’azione”. Questo concetto ha avuto un impatto duraturo negli studi sociologici, influenzando il modo in cui la cultura viene interpretata in relazione alle azioni umane. Per lei la cultura, più che a uno scambista ferroviario, somiglia a una cassetta degli attrezzi «fatta di simboli, rituali, visioni del mondo, che gli individui possono utilizzare in configurazioni variabili per risolvere tipi di problemi diversi», un «repertorio di competenze a partire dalle quali possono essere formulate diverse strategie» (Swidler 1986)

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